Ventuno racconti, rigorosamente in ordine alfabetico, dalla A alla Z e senza preoccuparsi, tra le altre, di XYW. Ogni racconto ha per protagonista un essere inanimato, un oggetto, perfino un’isola, addirittura un bar. Non sono racconti gioiosi, anzi spesso sono cupi e densi di cattiveria, ma per fortuna tutto è alleviato dall’insensibilità intrinseca degli esseri inanimati, degli oggetti, perfino un hotel, addirittura un lenzuolo. Soprattutto hanno la freddezza di chi non vuole offrire banali appoggi moralistici o inutili lezioni di vita. Gli esseri inanimati raccontano le loro storie. E ce n’è d’avanzo.
GIANNI BODO
Gianni Bodo per quarant’anni è stato una vittima del pendolarismo. Essendo medico, per l’esattezza chirurgo urologo, tutte le mattine, all’alba, prendeva un treno che da Vercelli in un’ora circa lo portava in uno dei più importanti ospedali di Torino. Il ritorno non aveva un orario preciso. Quelle due ore non sono mai state tempo perso, perché è facile, viaggiando, che la mente voli libera e la fantasia immagini cose che, tramutate in parole, possono diventare racconti.